Impresa sostenibile del mese
Uno spazio dedicato alle realtà socie e clienti della Banca che si stanno impegnando per uno sviluppo rispettoso della società, delle persone e dell'ambiente
Diamo spazio a tutte quelle best practice aziendali virtuose che contribuiscono - ognuna nel proprio settore - al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda ONU 2030; lo facciamo ogni mese attraverso una video intervista e una breve news dedicate a una realtà imprenditoriale nostra socia o cliente.
L'obiettivo è di far conoscere esperienze concrete del territorio dove operiamo, affinché possano essere replicate anche da altri e, quindi diffondersi, con effetto moltiplicatore.
Con l'appuntamento “Impresa sostenibile del mese”, accanto alle iniziative di formazione, informazione e sensibilizzazione rivolte al territorio, contribuiamo a promuovere tra i nostri stakeholder primari, tra cui anche soci e clienti, il perseguimento di uno sviluppo sostenibile per rispondere agli impegni presi con il nostro Piano di Sostenibilità 2022-2024.
QUIN ITALIA | Argenta
QUIN ITALIA | Argenta
La quinoa biologica, italiana, etica, a filiera corta è prodotta in maniera sostenibile ad Argenta.
Si chiama Quin Italia l’impresa agricola di Sebastiano Tundo che al confine delle provincie di Bologna, Ferrara e Ravenna ha puntato sulla coltivazione, sulla trasformazione e sulla distribuzione di questo pseudo cereale (che però cereale non è) che riempie anche il menù dell’Agrilocanda dell’azienda.
“È caratterizzata da un grande contenuto di proteine e aminoacidi - spiega Tundo - contiene vitamine, minerali, fibre… è un alimento completo che permette di sostituire molto bene carne o pesce”.
Tanti i modi per consumare la Quinoa, cucinata o trasformata in decine di prodotti diversi, dalle gallette alla birra.
È originaria del Sud America. Un tempo era il cibo dei poveri, dal 2013 (Anno internazionale della quinoa) è diventato un cibo per i ricchi. Il costo aumentato, sono entrati in gioco i latifondisti che hanno iniziato a coltivare quinoa ovunque sfruttando al massimo la manodopera locale, anche minorile, e i terreni.
La quinoa prodotta qui invece è molto più sostenibile, “tra l'altro si inserisce perfettamente nella rotazione culturale di queste zone, è a basso impatto ambientale e non richiede irrigazione - spiega Tundo - Per noi poi lavorare la quinoa è sintomo di etica e sostenibilità tant'è che abbiamo improntato tutta l'azienda su questo. Dal capannone a impatto zero, all’autoproduzione energetica al recupero di tutti i sottoprodotti della selezione che vengono destinati alla cosmesi o alla farmaceutica o, se non utilizzabili, vanno ad alimentare gli impianti a biogas o diventano fertilizzante, per un’economia davvero circolare”.
Impresa sostenibile settembre
Basso Fratelli | Sorbolo Mezzani (PR)
Basso Fratelli | Sorbolo Mezzani (PR)
I pannelli fotovoltaici sopra a stalle e capannoni, un impianto di biogas che ogni giorno produce 250 kw di energia elettrica dalle deiezioni animali, foraggio auto prodotto poi pomodori e altri impianti biologici. Ecco come l’azienda agricola Basso Fratelli di Sorbolo Mezzani, nella pianura parmense, ha puntato sulla sostenibilità per migliorare i conti della società e con loro l’ambiente di tutti quanti.
“Grazie agli incentivi - spiega Riccardo, uno dei fratelli Basso - i vincoli imposti dall’Agenda 2030 diventano delle opportunità. Non è facile, non è una miniera d’oro, ma la strada è percorribile”.
E i Basso hanno deciso di percorrerla fino in fondo: “Presto aumenteremo la capacità sia dell’impianto a biogas che del fotovoltaico per il quale monteremo anche le batterie di accumulo”.
E nella stalla? “Aumentare lo spazio per i capi di bestiame e utilizzare robot per la mungitura aumenta il benessere animale, migliora la salute della mandria e aumenta a qualità del latte”.
Impresa Sostenibile Agosto 2024
Eta Beta| Bologna
Eta Beta| Bologna
Cultura e tradizione, alimentazione e agricoltura, lavoro dignitoso. Sono i tre pilastri su cui si fonda, da ormai 30 anni, l’attività della cooperativa sociale bolognese Eta Beta.
A raccontare la storia della onlus che si occupa di dare un futuro a chi è ai margini della società è il presidente e fondatore Joan Crous, catalano trapianto sotto le Due Torri.
“Abbiamo una cinquantina di dipendenti e una quarantina di tirocini formativi che gestiamo assieme all’Asp - racconta - Siamo attivi in 14 ambiti lavorativi diversi, dall’artigiano all’agricoltura, dalla ristorazione alle pulizie. Sono così tanti perché sono tante le persone che arrivano ad Eta Beta e noi adattiamo il lavoro alla persona e non la persona al lavoro”
Impresa Sostenibile Luglio 2024
Human Maple | Modena
Human Maple | Modena
La startup modenese trasforma i mozziconi di sigarette in imbottiture per cuscini, giacche e piumini, tramite un processo con solventi organici e separazione di cartine e filtri.
In ambito di sostenibilità e rispetto per l'ambiente, ha messo a disposizione in città e provincia, i simpatici raccoglitori.
Due Torri | Bentivoglio
La logistica è sicuramente uno dei settori con il più alto impatto ambientale. Ma sfruttando le nuove tecnologie e approcciando in modo responsabile il mercato, è possibile ridurlo in maniera sensibile.
Dal parco mezzi alla scelta dei carburanti, sono tante le strade per portare la sostenibilità anche lungo strade e autostrade.
Andrea Franceschelli ci parla dei primi 50 anni della Due Torri Spa e di come guarda ai prossimi. A partire da Urbane, il progetto della logistica sostenibile avviato in collaborazione con la Città Metropolitana di Bologna.
3D4MEC | Pontecchio Marconi (BO)
Si risparmiano tempo, materie prime ed energia e in poco tempo si possono avere prototipi, ricambi o pezzi pronti all’uso, anche in metallo ed ottone, per le più disparate esigenze.
Nella rubrica di questo mese parliamo della 3D4Mec, l’azienda di Pontecchio Marconi, paese natale del genio che inventò la trasmissione senza fili, tra le poche aziende ad aver realizzato e commercializzato delle stampanti 3d per metalli, tra questi l’unica macchina al mondo che utilizza l’ottone.
“La stampa 3d metallo non sostituisce nessuna tecnologia oggi esistente ma la integra - spiega il fondatore, Ivano Corsini - se ho pochi pezzi molto complessi da produrre in fretta, allora questa è una tecnologia perfetta. Se devo produrre migliaia di pezzi, la stampa 3d non è la risposta”.
Impresa sostenibile aprile 2024
Heallo - Lodi
heallo | Lodi
Abbassare l’indice glicemico di pasta, pane, creme o zucchero partendo dagli scarti alimentari. É la magia di Heallo, l’azienda di Guardamiglio, nel lodigiano, guidata da Francesca Varvello.
“La nostra missione - spiega il Ceo - è quella di ricavare principi attivi funzionali che possano migliorare l’impatto degli alimenti nei quali vengono aggiunti”.
Negli stabilimenti della Heallo viene prodotta una fibra solubile che aggiunta agli alimenti ne abbassa l’indice glicemico senza intaccarne il sapore.
“La glicemia è un problema in forte crescita che causa obesità e diabete - continua Varvello - principalmente è legata alle abitudini alimentari che ci vedono consumare molti carboidrati e zuccheri. Sfruttando un prodotto che normalmente andrebbe buttato, otteniamo un ingrediente che ha forte un impatto sulla salute dei consumatori. Se tutti consumassimo prodotti a basso indice glicemico, il diabete di tipo 2 sparirebbe”.
A Guardamiglio lavorano gli scarti di diversi prodotti alimentari, ognuno ha una propria destinazione specifica. Dalla lavorazione della barbabietola si ottiene un melasso che ricombinato con lo zucchero ne abbassa l’indice glicemico. La fibra Jax invece viene proposta, oltre che all’industria alimentare, anche agli artigiani per produrre pane e pizze a basso indice glicemico, con lo stesso sapore e aspetto di quelle ad alto.
Work and Belong | Comacchio (FE)
Work and Belong | Comacchio
Coltivare la la storia, le tradizioni, le conoscenze del passato per dare valore al futuro. La protagonista dell’Impresa sostenibile di marzo la cooperativa sociale Work and Belong che ha in gestione la Manifattura dei Marinati di Comacchio, nel ferrarese.
Questo immenso contenitore di mille seicento metri quadrati in riva all’adriatico dal 2004 è un museo/laboratorio dove, accanto a barche e tini di un tempo perduto, è attivo il laboratorio di produzione ittica.
La cooperativa sociale si occupa di tutto: dalla gestione del museo e dell'accoglienza turistica della zona agli eventi che si periodicamente si tengono in queste sale cariche di storia, dalla produzione dell’anguilla marinata, e di altri prodotti tipici di queste valli, alla manutenzione, interna ed esterna al museo.
“Mettersi assieme per essere più forti nelle attività educative e di accoglienza delle persone che incontriamo”, racconta Alessandro Menegatti, che spiega così il senso della loro attività: “Lavorare assieme alle persone per farle esprimere, indipendente dalle difficoltà o i limiti che posso avere. Perché lavorare significa esprimersi e costruire qualcosa di buono, per se e per gli altri”.
ITP Spa | Pavia
ITP Spa | Pavia
Come fa un’azienda che produce plastica per imballaggi a puntare alla sostenibilità? Semplice: “Facendo ricerca, cercando di produrre film per alimenti sempre più sottili e imballaggi per il packaging secondario con sempre più materia prima da riciclo”, spiega Massimo Centonze, Ceo della ITP di Pavia. “La nostra è un’azienda nata mezzo secolo fa, fu fondata da mio padre e la prima sede era in un’ex fornace dell’Oltrepò Pavese, vicino a Stradella. Quando ha iniziato erano in 8, oggi abbiamo 250 dipendenti, fatturiamo oltre 120 milioni di euro ed esportiamo in 51 Paesi del mondo”.
“La pastiche che vanno a contatto con gli alimenti non possono essere formati da plastica riciclata - aggiunge - per utilizzare meno materia prima abbiamo diversi brevetti per produrre film pasticci sottilissimi ma comunque resistenti. Tutti gli altri imballaggi invece possono essere realizzati con plastica recuperata: nei nostri prodotti arriviamo già all’80 per cento di materie prime riciclate”.
Non solo ambiente, la ITP ha una forte attenzione anche per l’aspetto sociale della Sostenibilità.
“Abbiamo puntato molto sul personale aumentando le ore di formazione di oltre il 30 per cento rispetto all’anno scorso e abbiamo costituito una accademy “in rosa” che, dopo un percosso ad hoc, è riuscita a inserire dieci figure femminili in ruoli della produzione che storicamente erano sempre stati ricoperti da uomini” , spiega Paola Centonze, Chief Communication & Sustainability Officer.
Archita Engineering | Bologna
Archita Engineering | Bologna
Un gruppo di ingegneri che aiuta le aziende a prendere comportamenti sostenibili. Si chiama Archita Engineering, la società di consulenza che, nata nell’ambito delle politiche energetiche, ha poi ha ampliato il proprio raggio d’azione anche ad altri ambiti delle politiche ESG.
Oggi si occupano di certificazioni, sono una Esco e lavorano anche nella sicurezza sul lavoro. “Siamo in grado di redigere un rating di sostenibilità a 360 gradi delle aziende per aiutare gli imprenditori a prendere scelte sostenibili supportate da studi e numeri, per sapere da dove si viene e dove si vuole (o si può) arrivare - spiega Nicola Scardovi, tra i fondatori della società, che aggiunge: Quando siamo nati eravamo in tre, oggi siamo 18: è innegabile che i temi ESG siano entrati nel quotidiano delle aziende, anche e soprattutto di quelle produttive”.
Archita Engineering dimostra che la Sostenibilità e l’Agenda ONU 2030 possono essere una bella opportunità, l’importante è approcciarla in maniera scientifica e non solo sentimentale.
Biologicalcare | Granarolo (BO)
Biologicalcare | Granarolo (Bo)
Trasformare gli scarti in energia pulita, sfruttare il calore che viene generato per coltivare proteine e recuperare quello che rimane per produrre materiali innovativi, biodegradabili, dai mille usi potenziali, persino in edilizia.
Nata da uno spin-off di un gruppo chimico, oggi la BiologicalCare fondata di Sergio Frascari è una delle società di riferimento per tutte le realtà produttive che vogliono sviluppare sistemi per la produzione di energia pulita dalle biomasse.
Il Biogas si genera dalla fermentazione anaerobica di sostanze di origine vegetale o animale all’interno di impianti chiamati biodigestori e viene poi bruciato per produrre energia elettrica. Purificandolo, si ottiene biometano, che può essere immesso direttamente in rete. In futuro, sfruttando sempre la chimica, il biometano potrà diventare bioidrogeno.
Biologicalcare si occupa di tutto: dalla progettazione, alla realizzazione fino alla conduzione degli impianti, compresa l’alimentazione.
Cercano le biomasse residuali che oggi vengono buttate, le analizzano, le trasformano e le conferiscono agli impianti quei mangimi in grado di farli rendere al massimo.
Il segreto, e valore aggiunto, della BiologicalCare è nei suoi laboratori.
Tutti i prodotti che recuperano vengono analizzati nel cuore tecnologico dell’azienda, il MethanTube: uno strumento brevettato assieme all’Enea, che riesce a stimare il potenziale metanigeno delle biomasse.
Il brevetto della Biologicalcare riesce ad indicare come la biomassa può interagire con gli impianti dei clienti, in modo da fornire loro le miscele più adatte a farli produrre alla massima efficenza.
Un piccolo cilindro di metallo che dentro di sé ha il potenziale per cambiare il nostro approccio all’energia.
Reni Macchine | Altedo (BO)
Reni Macchine| Altedo (BO)
Anche un’azienda commerciale può incidere nel cammino che l’intero sistema economico deve percorrere verso la sostenibilità. Soprattutto se amministrata con visione e sguardo verso il futuro. É l’esempio della Reni Macchine, leader nel settore della vendita, del noleggio e della manutenzione di macchine agricole. Una realtà da circa sessanta dipendenti con un fatturato che ha sfiorato i 42 milioni di euro e una sede tutta nuova, ad Altedo, in un’area di quasi 23 mila metri quadri con un capannone da 9 mila.
Prima di tutto, Enrico Reni e la figlia Monia hanno cercato di rendere sostenibile l’azienda, con l’eliminazione della plastica dalla mensa, delle bottiglie d’acqua dal capannone (sostituite con un sistema di depurazione), con le luci a Led, con la domotica per tenere sotto controllo i consumi e con un sistema efficiente e pulitissimo di gestione degli oli dell’officina.
Poi hanno guardato al loro mondo di rifermento: l’agricoltura.
In cantiere ci sono diverse idee, compreso lo studio di un trattore elettrico, ma già adesso hanno avviato un grosso progetto per aiutare gli agricoltori a consumare meno e meglio l’acqua a disposizione, soprattutto per le colture intensive.
Assieme ad un loro fornitore leader nel settore, stanno promuovendo il sistema di irrigazione interrato, con un sistema goccia a goccia che porta l’acqua direttamente alle radici delle piante, per farle crescere più forti e rigogliose con minor consumo idrico.
Un progetto che nel tempo potrebbe portare le aziende agricole, soprattutto quelle di grandi dimensioni, ad accedere al mercato dei carbon credit.
Impresa sostenibile di settembre 2023
Azienda Agricola Favi | Meletole (RE)
Azienda Agricola Fava | Meletole (RE)
Ridurre l’impatto degli allevamenti si può. È facile, conveniente e aumenta il benessere degli animali e di conseguenza la qualità del latte. Lo dimostra l’esperienza dell’azienda agricola Fava di Meletolo, piccolo centro nella sterminata Pianura Padana, nei pressi di Castelnuovo di Sotto, nel reggiano.
Da circa 4 anni, Vieri e Gabriele Fava, che portano avanti assieme ai figli l’azienda aperta oltre 60 anni fa dai genitori, hanno iniziato ad aggiungere al foraggio delle mucche degli enzimi naturali che, dati alla mano, riducono in maniera sensibile l’ammoniaca nelle feci degli animali.
“La prima cosa che abbiamo notato - spiega Vieri Fava - sono stati i piedi. Da quando utilizziamo questi enzimi le mucche hanno meno problemi agli zoccoli, stanno meglio e si ammalano meno”.
Aumentando la digeribilità dei mangimi, gli enzimi hanno diversi effetti positivi per l’allevamento e per l’ambiente.
“I dati delle ditte esterne che monitorano questo progetto - aggiunge Gabriele Fava - dimostrano che i pochi grammi di enzimi che utilizziamo ogni giorno permettono una riduzione del 50 per cento delle emissioni di metano e del 30 per cento di co2. Gas che così non vanno ad incidere sull’Effetto Serra, migliorando sensibilmente anche la vita delle mucche, che respirano meglio, e di chi lavora in stalla visto che l’odore, essendoci meno ammoniaca nell’aria, è molto meno intenso”.
Ma i cugini Fava non si sono fermati ai mangimi, puntando al benessere animale anche in altri aspetti della stalla, come gli accessi esterni che permettono alle mucche di uscire, l’impianto di aerazione e pure le docce.
“Per taralo bene e per vederne l’effetto - continua Gabriele - abbiamo messo dei sensori termici alle mucche, a una data temperatura scattano le docce per abbassarla e aumentare il benessere degli animali”
Anche la mungitura è automatica.
“Così le mucche vanno a farsi mungere quando ne hanno voglia - spiega Vieri - la gestione automatizzata non è stressante e ci permette un controllo istantaneo sulla produzione e sullo stato di salute degli animali”.
Per arrivare ad un tale livello di sostenibilità servono investimenti: “fortunatamente - conclude Fava - oggi per investimenti di questo tipo i tassi sono più bassi e tutto diventa conveniente”.
Palm Greenpallet® | Viadana (Mn)
Palm Greenpallet® | Viadana (Mn)
Filiera sostenibile, attenzione all’ambiente e alla comunità in cui sono inseriti, un forte investimento sulla formazione e su un modo diverso di fare impresa. Dove tutto, a partire dal design di prodotto, è pensato e realizzato per aver il minor impatto negativo possibile.
Parliamo della Palm di Viadana, dove la pianura padana si tinge di Lombardia e a farla da padrone è il grande fiume.
I pioppi per i pallet della Palm arrivano da queste zone. “Ma noi utilizziamo solo piccole parti equiparabili agli scarti di lavorazione”, precisa Primo Barzoni, attuale ad dell’azienda che ha fondato nel 1980 assieme ai suoi tre fratelli e dove oggi lavora anche il figlio Andrea, che si occupa proprio di sostenibilità.
La Palm è la prima B corp italiana, praticamente da sempre utilizza solo materie prime certificate PEFC e, tra un paio d’anni, metterà sul mercato il primo pallet carbon neutral al mondo.
I pannelli fotovoltaici sui capannoni saranno il prossimo passo per far diventare, entro il 2030, la Palm la prima azienda carbon neurale del settore. Oltre alla razionalizzazione di tutti i processi interni, per recuperare i carbon credit per questo sfidante obiettivo, sarà realizzato anche il Bosco Palm.
Macelleria Agricola Savigni | Pavana
Macelleria Agricola Savigni | Pavana
Nata negli anni Ottanta del secolo come macelleria di paese, l’azienda Savigni nel tempo è cresciuta adattandosi ai cambiamenti di società e agricoltura.
“A metà anni Novanta ci siamo accorti che le materie prime di qualità scarseggiavano e così abbiamo deciso di aprire la nostra azienda agricola”, racconta Niccolò Savigni che a Pavana, primo Comune toscano lungo la Porrettana, nell’alta valle del Reno, assieme alla famiglia oggi gestisce l’omonima Macelleria agricola.
“Dal 2002 siamo certificati bio, oggi alleviamo circa 100 bovini di razza Chianina e 800 maiali di Cinta Senese e nero Sambucano.
Tutti gli animali vivono all’aperto e vengo alimentati con i foraggi coltivati nei campi dell’azienda”.
Nel tempo Savigni ha aperto ben due salumifici che grazie ad un contributo del Pnrr presto saranno alimentati da un impianto fotovoltaico.
Il mercato di riferimento dell’azienda, che vende anche direttamente in alcuni negozi di proprietà, è quello on-line con salami, prosciutti e finocchiona che finiscono anche in Giappone, mercato per il quale la macelleria di Pavana è una delle uniche realtà famigliari ad avere la certificazione.
“Il consumatore responsabile - per Nicolò - è quello che si preoccupa di capire da dove viene quello che mette nel piatto. Oggi va molto di moda Cantine Aperte, per vedere di persona come viene prodotto il vino, una cosa similia andrebbe fatta anche per la carne. Perché - conclude - come vengono trattati e alimentati gli animali si riversa nella qualità di quello che mangiamo”.
CPR System | Malalbergo (Bo)
CPR System | Malalbergo (Bo)
Stop agli imballaggi usa e getta: riciclare, riparare e riutilizzare. La Cpr System porta i concetti dell’economia circolare nella filiera dell’agroalimentare
Riciclare, riparare e riutilizzare. La via per la Sostenibilità passa senza ombra di dubbio dall’economia circolare i cui capisaldi sono tanto semplici quanto fondamentali per il futuro delle comunità e del territorio.
Regole e concetti che la Cpr System di Malabergo ha ben chiare e che sono diventate il core-business della cooperativa che mette in relazione le diverse società che collaborano alla movimentazione di prodotti agroalimentari.
La Cpr System si occupa della gestione di un sistema integrato di movimentazione di imballaggi, principalmente in materiale plastico, evitando il dramma dell’ “usa e getta” nella filiera agroalimentare.
Ad oggi, la cooperativa ha circa 15 milioni di imballi che effettuano circa 160 milioni di movimentazioni all’anno.
La Cpr System mette a disposizione dei produttori le cassette che serviranno per portare il prodotto (frutta, verdura e altri prodotti alimentari) ai punti vendita, compresa la grande distribuzione.
Un volta utilizzate, le cassette non diventano un rifiuto ma vengono ripotare alla Cpr dove vengono controllate, pulite, eventualmente riparate per poi tornare a disposizione dei produttori.
Ogni cassetta compie almeno 10 cicli completi all’anno e ha una durata media di circa sette anni.
Quando arrivano a fine vita, le cassette non diventano comunque un rifiuto ma, da almeno 10 anni, vengono trasformate in materia prime per la produzione di nuove cassette, alimentando questo circolo virtuoso praticamente all’infinito.
Quest’anno la Cpr ha messo in circolo un nuovo prodotto altrettanto sostenibile: il pallet Noè.
Un pallet non più di legno ma di plastica, realizzato dal materiale di scarto dell’attività di riciclaggio del polo toscano delle cartiere che, una volta entrato nel circuito, verrà utilizzato, recuperato, ricondizionato e rimesso in circolo, anche in questo caso praticamente all’infinto e senza consumo di materie prime.
FIVE | Bologna
FIVE | Bologna
FIVE, a Bologna, è la fabbrica italiana di veicoli elettrici. Completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, realizzata con un progetto di rigenerazione urbanistica, è la risposta made in Italy alla mobilità leggera del futuro.
A raccontare la genesi, il presente e il futuro di FIVE sono Giorgio Giatti, presidente del gruppo Termal di cui Five è parte integrante e Fabio Giatti, amministratore delegato FIVE.
“Da 40 anni siamo nel settore green”, racconta il presidente del gruppo che nel 2017 ha riportato in Italia una produzione inizialmente fatta in Cina.
Oggi nella fabbrica in zona Roveri si progettano e si assemblano, comprese le batterie, diversi modelli di biciclette elettriche e si commercializzano ciclomotori e veicoli andando a coprire tutti gli ambiti della mobilità elettrica cittadina.
Oltre ad essere sostenibile nel prodotto, la Five è uno dei primi esempi di stabilimento produttivo autosufficiente dal punto di vista energetico, grazie ad un grande impatto fotovoltaico che serve sia a riscaldamento e raffreddamento ma anche per far funzionare la catena di montaggio.
Inoltre, a completare le caratteristiche sostenibili di tutto il progetto, lo stabile dove ha sede è frutto di una rigenerazione urbana sui capannoni lasciati da un’attività industriale dismessa.
Azienda Agricola CHIARI | Mirandola (Mo)
Azienda Agricola CHIARI | Mirandola (Mo)
L’azienda Chiari è l’esempio di come l’agricoltura sia decisiva per poter sperare in un futuro più sostenibile.
L’azienda ha due sedi, una a Mirandola, nel modenese (dove c’è la lattazione), e una a Poggio Rusco, in provincia di Mantova. In totale alleva più di mille capi e coltiva oltre 430 ettari di terreno adibiti a foraggio per gli animali.
“Gestire un allevamento di queste dimensioni in un’ottica di sostenibilità significa lavorare in tutti e tre i comparti - stalla, campagna e meccanizzazione - con un’ottica diversa dal passato”, spiega Paul Chiari, che aggiunge come oggi sia decisivo il ruolo degli Istituti di Credito per poter investire sulla transizione.
Il faro è l’economia circolare, dai pannelli fotovoltaici sui capannoni (“per essere autonomi dal punto di vista energetico”) dall’alimentazione degli animali autoprodotte e controllata (“per abbattere l’utilizzo di agenti chimici”) fino allo sfruttamento di letame e liquame delle stalle per produrre energia grazie all’impianto di biogas, evitando pure di disperdere nitrato nell’ambiente.
Un altro caposaldo delle imprese agricole sostenibili è il benessere animale, “per avere una produzione migliore abbattendo l’utilizzo di antibiotici”.
“I nostri campi sono controllati dal satellite così riusciamo a capire esattamente dove e come intervenire riducendo sensibilmente gli interventi - aggiunge Chiari - I nostri mezzi sono tutti euro 6 e pian piano stiamo sostituendo tutte attrezzature con altre alimentate ad energia elettrica”.
L’importante è non fermarsi e anticipare i tempi: “Abbiamo già acquistato circa 40 ettari di terreno che lasceremo a bosco, in modo da compensare le emissioni di co2 della nostra azienda - conclude Chiari - mentre il futuro sarà l’agrifotovoltaico, dove si potrà coltivare accanto ai pannelli aumentando sensibilmente la resa complessiva di campi”.
CAL - Logistica Solidale | Parma
CAL - Logistica Solidale | Parma
Sono quasi diecimila le famiglie in difficoltà che, grazie al Centro Agroalimentare di Parma e alla rete di associazioni di volontariato che partecipa al progetto Logistica Solidale, ricevono ogni settimana frutta fresca e di qualità.
Non materiale di scarto o a fine vita, ma tonnellate di frutta freschissima che non può arrivare sui banchi del mercato e che altrimenti andrebbe buttata.
“Ogni settimana ci sono diverse tonnellate di frutta che per regole di equilibrio dei prezzi non possono essere vendute al mercato - racconta Marco Core, presidente del Cal di Parma, un centro agroalimentare a partecipazione pubblica di 80 mila metro quadri. “Per evitare che questa frutta, buonissima e freschissima, venga buttata abbiamo messo a disposizione di un gruppo di circa 30 associazioni di volontariato cittadine il nostro polo logistico, così da facilitare la raccolta e la distribuzione di quello che settimanalmente andrebbe buttato. Noi ci mettiamo il coordinamento e le strutture, le associazioni la raccolta e il trasporto ai loro assistiti”.
E i produttori? “Da anni esiste una norma europea che garantisce un contributo a chi consegna alle associazioni benefiche la frutta che non può essere commerciata”, spiega Core.
“Da qualche mese un progetto analogo è partito anche a Rimini e stiamo lavorando con la Regione affinché si riesca ad allargare anche ad altre città”- conclude Core.
Impresa sostenibile di febbraio 2023
Villa Giulia - Casa residenza per anziani | Pianoro
Villa Giulia - Casa residenza per anziani | Pianoro
Prendersi cura dei propri residenti, dei propri dipendenti e fare qualcosa di buono per il territorio. La filosofia “sostenibile” di Villa Giulia, Casa di risposo, residenza per anziani e centro diurno di Pianoro Vecchio, alle porte di Bologna, è fondata su questi tre solidi pilastri.
“Diamo un senso a ogni momento della giornata dei nostri ospiti, erogando assistenza sanitaria e infermieristica h24, fornendo assistenza fisioterapia e organizzando un’intensa attività di animazione - racconta Ivonne Capelli, amministratrice delegata della struttura che si affaccia sul fiume Savena, ai piedi dell’Appennino a sud della città.
La giornata degli ospiti di Villa Giulia è scandita da una serie di attività, da quelle per la cura di sé come la parrucchiera e il podologo, alla palestra e alla piscina, fino al cinema e a tante altre attività relazionali per tenere in forma anche la mente.
“Durante il Covid - continua Capelli - abbiamo iniziato il progetto “La coperta della nonna”. Utilizzando materiali di recupero, per lo più scarti di lana e tessuti donati dai parenti, i nostri ospiti hanno iniziato a produrre coperte, borse, scialli e altri oggetti della moda ad uncinetto. In questo modo restano in attività e allo stesso tempo fanno qualcosa di buono per il territorio visto che gli oggetti prodotti vengono poi donati alle onlus del territorio per le loro raccolte fondi”.
Ma non solo “ospiti”, per Villa Giulia sostenibilità significa anche prendersi cura dei propri dipendenti.
“I nostri collaboratori hanno uno psicologo sempre a disposizione e, all’interno ad un progetto di wellness aziendale, anche la possibilità di andare in palestra a costo zero, con un coach dedicato, direttamente sul posto di lavoro, ad inizio o a fine turno”
CoProb | Minerbio
CoProb | Minerbio
Diversificare ed essere sostenibili: questa la ricetta che ha fatto diventare la Coprob di Minerbio leader in Italia nella produzione dello zucchero e capofila di una delle filiere agricole più avanzate d’Europa.
A ripercorrere le tappe di questa scalata è Claudio Gallerani, presidente della cooperativa nata 60 anni fa da una “pazza” idea del senatore Giovanni Bersani che “impegnò la casa per far partire questa avventura”, ricorda con orgoglio cooperativo e un pizzico di commozione.
“Oggi tutti i sottoprodotti della barbabietola vengono valorizzati”, spiega Gallerani, alla guida di Coprob da più di due decadi: “Dalle polpe di barbabietola, che entrano anche nella produzione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, si ricava biogas ed energia; dal melasso, ricercatissimo perché bio, si ricavano lieviti e mangimi; e in futuro dagli scarti di lavorazione faremo anche fertilizzanti ecologici per l’agricoltura”.
La svolta sostenibile di Coprob è partita nel 2012.
In principio fu il biogas, poi si è puntato sulla filiera corta. “Dal 2017, primi in Europa, abbiamo realizzato la bietola biologica e abbiamo iniziato a produrre zucchero grezzo. Poi abbiamo certificato bio tutta la filiera e tracciato digitalmente lo zucchero, dal campo alla tavola.
Quando siamo parti è stata dura, ma oggi è il mercato che ci chiede zucchero italiano e tracciato. Oggi noi non produciamo commodity ma l’ingrediente dolce del Made in Italy.”
E il percorso di Coprob non si ferma qui: “La sostenibilità paga ma non bisogna mai smettere di migliorare”, afferma Gallerani che anticipa: “Presto partiremo con la coltivazione della barbabietola autunnale, per disinnescare i problemi del cambiamento climatico e allo stesso tempo consumare meno risorse”.
E in conclusione parla anche del rapporto con Emil Banca. “È la banca di sistema, e ci è sempre stata accanto - afferma il presidente - Anche nei momenti difficili, dovuti a stress climatici e a una regolamentazione del mercato che ci penalizzava molto.
Oggi è un bel momento, ed è facile per tutti, ma durante le crisi Emil Banca ha fatto la differenza”.
L'imprenditore sostenibile di dicembre
Società Agricola Trevisi | Novi di Modena
Società Agricola Trevisi | Novi di Modena
Pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni per sfruttare l’energia del sole, un impianto a biogas per produrre elettricità anche dai reflui dell’allevamento e tutto attorno 160 ettari di terreno da cui deriva la quasi totalità del foraggio per circa 500 capi di bestiame (di cui 280 in lattazione) ospitati all’interno di stalle quasi completamente automatizzate.
Siamo a Novi, in piena Pianura Padana, dove la provincia di Modena si intreccia con quella reggiana e si perde in quella mantovana. Qui, una ventina di anni fa, i fratelli Trevisi hanno dato vita a una delle aziende agricole più sostenibili all’interno del mondo Emil Banca.
L’azienda, che produce latte per il Parmigiano Reggiano, qualche anno fa è stata anche premiata da Legambiente come caso eccellente di produttività e sostenibilità ambientale, “coniugando produzione di energia rinnovabile, sviluppo e innovazione nelle produzioni agroalimentari e grandi benefici ambientali, grazie all’applicazione del modello CIB del Biogasfattobene”.
“Quando siamo partiti ci siamo messi a studiare, poi abbiamo agito di conseguenza”, racconta Marco, accanto al figlio Francesco che sarà il futuro dell’attività di famiglia.
Oltre a investire su risparmio energetico e filiera corta e controllata, Trevisi ha puntato molto sul benessere animale: “Perché - ammette - trattare bene gli animali significa portare a casa più reddito”.
Per questo nelle stalle l’alimentazione è totalmente automatizzata, con un controllo quasi maniacale su quello che mangiano gli animali, e dagli altoparlanti viene diffusa musica classica.
Il segreto di questo successo sta anche nell’aver incontrato professionisti che hanno capito e incoraggiato il loro percorso.
“Difficile spiegare a uno di Milano che le mie vacche hanno bisogno della musica per stare meglio - racconta - mentre con gli istituti di credito locali, con professionisti che conoscono quello di cui parliamo, che puntano come noi alla sostenibilità e che magari ci vengono a trovare in azienda, è tutto più facile”.
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